Ho un collega di Napoli che lavora con me. Fa il commercialista. Si chiama Paolo. È bravissimo e simpaticissimo. Ha un solo difetto. È superstizioso. Tiene un cornetto dentro la cravatta. Mette prezzemolo fresco sul tavolo. Se vede una scala mentre viene in studio passa per la tangenziale.
Senza volerlo mi ha un po’ influenzato. Quando mi sono accorto che l’ultimo post prima della pausa estiva era il tredicesimo ho avuto un attimo di smarrimento. Così ho deciso che prima di partire ne avrei pubblicato un altro, giusto per scrupolo.
Il problema è che non so cosa dire. Mi sono preparato un paio di argomenti succosi per settembre e non li voglio bruciare adesso.
Avete appena messo in valigia la Settimana Enigmistica e questo è il massimo sforzo che farete nelle prossime settimane. I più arditi si spingeranno a leggere una guida turistica. Alcuni addirittura un romanzo giallo. Ma i miei post no. Come darvi torto.
A pensarci bene però una cosa da dire ce l’avrei.
Grazie.
Ho aperto questo spazio il 2 maggio e da allora ho pubblicato 14 post, compreso questo.
Il mio scopo era quello ogni tanto di alzare gli occhi dalla tastiera del pc e pensare un po’ più in grande e un po’ più in alto. E condividere questi pensieri con chi non accetta di tenere il proprio cervello chiuso dentro otto metri quadrati per otto ore.
Mi avete letto in media 800 volte a post, qualche volta di più. Un numero enorme per chi come me fino a poche settimane fa si teneva alla larga dai social.
Quando avevate qualcosa da dire me lo avete scritto, in privato e con grande sobrietà. Non si è innescato l’effetto forum che temevo.
Ci siamo goduti questo breve viaggio in compagnia. Ora godiamoci le vacanze.