O Salvini! Mio Salvini!

Finché Matteo Salvini ha deciso di impersonare Davide che si lancia contro il Golia europeo, le cose sono andate benissimo per lui. I sondaggi gli giravano all’insù come il contatore della luce in questi giorni.

Poi è arrivata Carola e le cose sono cambiate. Matteo non ha resistito alla tentazione di far vedere chi è il più forte e si è trasformato in Golia. Commettendo tre errori.

Il primo errore. Ha sottovalutato il suo avversario.

A comandare la Sea Watch c’è Carola, una ragazzina tedesca con i capelli rasta. La vittima perfetta, pensa Matteo. Dichiara il blocco navale e non ci pensa più.

Carola cosa fa? Aspetta. Ha il meteo dalla sua. Gironzola per il canale di Sicilia e lascia che l’ufficio stampa della sua ONG monti il caso.

Mentre Salvini è impegnato a litigare con tutti e con tutto, Carola forza il blocco e ormeggia davanti a Lampedusa. Non entra in porto. Ormeggia davanti al porto. Butta l’ancora e di nuovo aspetta.

La sua nave ferma davanti al porto di Lampedusa, in acque territoriali italiane, è uno sberleffo, una provocazione. È come il dito di Cattelan davanti al palazzo della borsa.

Matteo ci casca e commette il secondo errore: manda le guardie. Sguinzaglia decine di motovedette della Guardia Costiera intorno alla nave. Se mandi le guardie a fare la guardia a una nave disarmata dimostri che hai paura, mi pare ovvio. Matteo comincia a capire che la ragazzina tedesca è pericolosa. Ha paura che la situazione gli sfugga di mano. Ed infatti gli scappano un paio di dichiarazioni in puro celodurismo.

Intanto che Salvini pensa a come uscire dal vicolo cieco, Carola cambia improvvisamente strategia e prende l’iniziativa.

Da che mondo è mondo i drammi si consumano di notte. Di notte una nave di 600 tonnellate, lunga oltre 50 metri che si muove a 12 nodi fa paura. Ha fanali che la illuminano come una nave spaziale e fa un rumore infernale.

E infatti di notte Carola alza l’ancora e comunica via radio che entra in porto.

Qui Matteo commette il terzo errore, quello definitivo.

Matteo ordina alla Guardia di Finanza di compiere una manovra disperata. Intendiamoci: non ho le prove che l’ordine arrivi direttamente da lui. Ma mi pare assai improbabile che la decisione sia stata presa dal comandante dell’unità navale senza un preciso ordine superiore. E in circostanze come queste l’ordine è sempre della massima autorità.

Comunque sia, la motovedetta si piazza fra la nave e la banchina, sfidando la nave a venirle addosso. 600 tonnellate di ferro contro pochi quintali di vetroresina.

Lì devi avere le palle. Se decidi di fare scudo al tuo Capitano per proteggerlo, ci devi stare. Non è che quando il gioco si fa duro ti levi e mandi tanti saluti a tutti.

Ma pensavano che Carola bluffasse. Che non avrebbe osato arrivare fino a quel punto.

Invece la nave avanza verso la banchina e non si ferma.

Qui comincia la ritirata. Le guardie scappano. Una salta addirittura a terra urlando in modo isterico. Il comandante dell’unità lo richiama all’ordine. Dice al suo subordinato di non urlare. Che almeno le apparenze siano salve. Ma intanto ordina di togliere la motovedetta dalla rotta di Carola. Forse glielo hanno ordinato via radio. Forse è stato Matteo Salvini.

Alla fine Carola attracca. Lancia le cime di ormeggio a terra. Spegne i motori e si consegna ai militari. E la prima cosa che fa è chiedere scusa ai finanzieri. Furba la ragazzina.

Salvini è sconfitto sul suo stesso terreno, quello della comunicazione politica, nella quale aveva primeggiato fino ad ora.

È riuscito a trasformare una sconosciuta pacifista nordica in un eroe del mediterraneo. Un eroe silenzioso e femminile che si fa beffe del mondo urlante e sfacciatamente maschile della politica italiana.

Una Rosa Luxemburg alla cui Grande Bellezza tutta la sinistra si inchina subito. E gli manda incontro una delegazione della sua Meglio Gioventù, felici come boy scout in gita al mare. Chissà se in gran segreto non le hanno offerto di diventare la nuova segretaria del PD.

Quello deve essere stato l’unico dilemma per Carola: portare in Italia i 42 migranti o invertire la rotta e abbandonare in Libia i 5 parlamentari?

O Captain! My Captain! Our fearful trip is done.

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