È Pasqua e non mi va di parlare di tasse, soldi e altre amenità del genere.
Non mi va nemmeno di parlare di cose futili. Manca Paolo, il nostro commercialista, che è andato a lavorare in banca.
Parliamo allora di una cosa seria.
Parliamo del rispetto che chi lavora con noi deve avere per noi.
Ho letto da qualche parte che alcune aziende hanno introdotto il diritto alla disconnessione dallo smartphone aziendale al di fuori degli orari civili.
Cucinelli, per esempio, è un imprenditore neosocratico che fa maglioncini tipo Benetton e li vende ai neoricchi a dieci volte il loro prezzo. E questo lo rende molto neosimpatico.
La sua azienda ha introdotto il right to disconnect ovvero il diritto di chi lavora a non rispondere alle email al di fuori di certi orari, come la sera e durante il week-end.
E’ un diritto sacrosanto. E’ il diritto che tutti abbiamo di tenere separate la nostra vita pubblica e la nostra vita privata.
È un movimento che sta crescendo sempre più forte. Wikipedia ha dedicato una voce a questo argomento. Si scopre che in Francia è già legge e che in Italia esiste una proposta di legge che sancisce il diritto di liberarsi dal lavoro digitale al di fuori degli orari canonici. Leggetela e informatevi, è un vostro diritto.
Ricordo un 25 aprile di qualche anno fa. Non tanti anni fa. Ero in macchina. Rientravo da pochi giorni di vacanza con mia moglie e mia figlia. Il Mega Partner del Super Studio mi chiama sul cellulare. Mi chiede quale ritenuta si applica ad una certa, complessa transazione. Non gli passa neppure per l’anticamera del cervello che è un giorno festivo. Anzi, gli passa perché mi dice: “Sai ho una call con gli americani, per loro il 25 Aprile non è festa“. La call probabilmente l’aveva in agenda da un anno, ma “dai, chissene” avrà pensato. Ammesso che abbia pensato.
Cosa ho fatto? Nulla. A mia volta mi sono attaccato al telefono e ho chiamato tutti i miei collaboratori, in vacanza come me, fino a quando qualcuno non ha trovato la risposta. E l’ho data al Mega Partner del Super Studio.
Ho sbagliato. La mia generazione ha un fottuto senso del dovere che la porta a mettere il lavoro davanti a tutto.
Ma adesso arriva l’onda lenta e lunga dei Millennials. Che se ne fregano dei Mega Partner e dei Super Studi.
I MP hanno i giorni contati?
Non lo so. Quello che so è come passerò la mia prossima Pasqua. La passerò all’aria aperta, facendo lavori manuali e concentrando la mente su pensieri semplici, elementari. Come quello di fare entrare una vite senza sforzarla o sfamare una gatta randagia.
Certamente non la passerò con lo smartphone in mano. Anche perché avrò la bocca piena della mia porzione di Colomba. Quella di Lanfranchi, ovviamente. Quella che quando la togli dalla sua carta bianca sprigiona un profumo di arance e mandorle che fa venire le lacrime agli occhi dalla gioia.
A Cremona non abbiamo bisogno di Paolini per sapere dove si compra la Colomba migliore del mondo.
Happy Easter.